venerdì 10 settembre 2010

Il ruolo delle donne nel turismo

Il turismo, oggi, è uomo o donna? Per rispondere a questo stimolante quesito non si può prescindere da alcune considerazioni di carattere assolutamente generale. Come forse è noto, il turismo costituisce uno dei fenomeni economici più rilevanti della nostra epoca; e dal punto di vista sociale, la pratica del viaggio e della vacanza sono diventate un aspetto imprescindibile, nello stile di vita dell'individuo del terzo millennio.
In Europa, prima destinazione turistica al mondo, un recente documento della Commissione Europea stima che il contributo di questo settore al PIL sia del 5%, e che la percentuale di occupati rispetto alla forza lavoro totale sia del 5,2%. Se si considerano le attività attinenti, quelle cioè per cui il turismo è un fattore di crescita, il dato sul PIL sale al 10% e quello sugli occupati addirittua al 12%. Si tratta di cifre per le quali, malgrado la crisi, si prevede un'ulteriore crescita nei prossimi anni. E' pure noto l'impegno dell'Europa a rimuovere gli ostacoli a una condizione davvero paritaria delle donne in campo lavorativo, che trova fondamento nel Trattato CE, il quale all'art. 3 sancisce tale diritto, e all'art.13 afferma che il Consiglio, all'Unanimità, può adottare i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni basate sul sesso. Il settore turistico potrà costituire un'occasione di vero riscatto per le donne? Quante, in futuro, potranno ambire a posizioni di rilievo?
Se stiamo alla situazione italiana, dove il turismo è oggetto spesso di intensa e futile chiacchera, e non di attività di programmazione, il quadro è, nonostante tutto, incoraggiante. Secondo dati Istat ogni venti occupati uno lavora nel turismo, in linea quindi con la media europea del 5%; e in particolare, l'occupazione femminile, fonte Union Camere, è vicina alla soglia del 40%. I valori cambiano da regione a regione, alcune sono più rosa di altre: la Toscana, ad esempio, detiene  il 57% di imprenditrici. In generale, nel turismo, sia tra l'imprenditoria che tra gli addetti, si registrano per le donne medie occupazionali più elevate rispetto agli altri settori. Altre ricerche confermano che molte donne, in Italia, stanno passando alle attività del terziario e del turismo; e mostrano come nel nostro paese il loro impiego sia favorito dalla presenza di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, e dalle nuove forme di ricettività, quali ad esempio i bed and breakfast, che facilitano l'inserimento delle donne nel lavoro autonomo.
Ma quali sono le attitudini che le donne possono vantaggiosamente esprimere per sè stesse e per gli altri, in ambito turistico? Il discorso non è univoco e si lega molto al profilo necessario per le diverse professioni. In alcune, ad esempio piccole forme di ricettività, agriturismi e B&B, ma anche receptionist e addetto di back-office alle prenotazioni in albergo, le donne manifestano talvolta una migliore cultura dell'accoglienza, oltre a un maggiore orientamento al servizio e attenzione al cliente. Qualità per così dire ataviche, maturate all'interno dei contesti familiari, e oggi traferite con efficacia in campo lavorativo. Chiunque può averne avuto prova, nel modo più vario; se si prende, poniamo, una mansione come quella del receptionist, si verifica immediatamente come nell'immaginario comune, oltre che in quello pubblicitario, la figura femminile risulti molto più evocativa di quella maschile.
Alcuni ruoli al contrario, come il direttore d'albergo, o il più recente destination manager, basati su forme di leadership tradizionale ed elevata progettualità, sembrano privilegiare ancora il carisma maschile, ma la situazione è in costante evoluzione. In altre professioni, ad esempio l'agente, il consulente, il programmatore di viaggi, dove si richiedono creatività, competenze linguistiche, e ritorna l'importanza del rapporto col cliente, le donne appaiono naturalmente favorite. Vi è poi tutta una categoria di lavori legati al mondo del web, cioè le professioni Ict - web designer, software developer, giornalista online - che in Italia vedono una presenza femminile superiore a quella della media del mercato del lavoro, e aprono scenari interessanti per quanto riguarda la conciliazione col tempo da dedicare alla famiglia, dato che si tratta di occupazioni per le quali non è necessaria la presenza in azienda. Si tratta quasi sempre, però, di attività free lance, i cui problemi sono legati alla forte "individualizzazione" di tali tipologie professionali, e alla loro difficoltà di tutela, dato che sfuggono alle forme classiche di contrattualizzazione.
Il problema dei diritti del lavoro, nel turismo, è molto presente, e non riguarda soltanto le donne: piuttosto è un'aspetto trasversale al sistema e deriva dall'esistenza, accanto a prestazioni molto qualificate, di impieghi stagionali basati sul nero e su condizioni d'intenso sfruttamento della manodopera, sui quali si fondano interi modelli turistici.
Oggi l'inserimento delle donne nel settore turistico, più che un'opportunità, appare una necessità. L'impresa che abbatte il coordinamento gerarchico e diventa sempre più informale, sviluppando trame di rapporti orizzontali, basati sull'emotività e l'esperienza, anche con il cliente, richiede un loro pieno coinvolgimento per realizzare questo passaggio, attraverso la cultura di cui sono portatrici.  Ciò è ben espresso, in termini sociologici, da Luce Igigaray in un'intervista: "Lavoro da anni sul linguaggio. Con campionature eseguite su lingue e culture diverse. Quel che emerge è che uomini e donne non parlano affatto allo stesso modo. Se chiedo a ragazzi e ragazze di comporre frasi per esprimere relazioni, usando 'io/tu", "condividere", "amare", "lei/lui", viene fuori una reale diversità tra i sessi. I ragazzi privilegiano il rapporto soggetto-oggetto, l'uno-molteplice, la relazione con lo stesso o il medesimo. E poi la verticalità, cioè la genealogia e la gerarchia. Le ragazze privilegiano invece la relazione tra soggetti. La relazione a due, la relazione nella differenza, e orizzontale".
Anche dal lato della domanda, il rapporto donne e turismo rivela aspetti interessanti. Da un lato esse sono ricorrente bersaglio di campagne pubblicitarie molto mirate, come "parti con il pancione", "vacanza con la mamma", proposte per single e suggerimenti di soggiorni dove abbinare trattamenti estetici al riposo vacanziero. Dall'altro si dice viaggino di più, e siano loro a scegliere, in una coppia, la meta. Qualcuno, del resto, si è mai sognato d'imporre la destinazione delle vacanze a una donna?
In conclusione, le donne sembrano ottime ambiasciatrici del turismo, sia nel farlo che nel proporlo, con grandi prospettive per il futuro.

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